[ Pobierz całość w formacie PDF ]
mia Minerva?
ottaviano Utique.
manfurio Voi mi siete nemico e mi portate invidia: da
45
Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Candelaio
principio, vi admiravate della nostra dicendi copia,
adesso, ipso lectionis progressu, la admirazione è me-
tomorfita in invidia?
ottaviano Nequaquam: come invidia? come nemico?
non mi avete detto che queste dizioni vi piaceno?
manfurio Voi, dunque, burlate, e dite exercitationis
gratia?
ottaviano Nequaquam.
manfurio Dicas igitur, sine simulatione et fuco: hanno
enormità, crassizie e rudità gli miei numeri?
ottaviano Utique.
anfurio Cossí credete a punto?
ottaviano Utique, sane, certe, equidem, utique, utique.
manfurio Non voglio piú parlar con voi.
ottaviano Si non volete resistere a udir quel che dite
che vi piace, che sarrebbe s io vi dicesse cosa che vi
dispiace? A dio.
[scena seconda]
Manfurio, Pollula
manfurio Vade, vade. Adesdum, Pollula, hai conside-
rata la proprietà di questo uomo, il quale, or ora, è da
noi absentato?
pollula Costui, da principio, si burlava di voi di una
sorte; al fine, vi dava la baia d un altra sorte.
manfurio Non pensi tutto ciò esser per invidia che gli
inepti portano a noi altri melius diceretur alii, diffe-
rentia faciente aliud eruditi?
pollula Tutto vi credo, essendo voi mio maestro, e
per farvi piacere.
manfurio De iis hactenus, missa faciamus haec. Or
ora, voglio gire a ispedir le muse contra questo Otta-
viano; e, come gli ho fatti udire, in proposito di altro,
46
Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Candelaio
gli porcini epiteti, posthac in suo proposito, voglio
che odi quelli di uno inepto giudicator della doctrina
altrui. Ecco, vi porgo una epistola amatoria fatta ad
istanzia di m[esser] Bonifacio, il quale, per gratificare
alla sua amasia, mi ha richiesto che gli componesse
questa lectera incentiva. Andate; e gli la darrete secre-
tamente da mia parte in mano, dicendogli che io sono
implicito in altri negocii circa il mio ludo literario.
Ego quoque hinc pedem referam, perché veggio due
femine appropiare, de quibus illud: «Longe fac a me!».
pollula Salve, domine praeceptor.
manfurio Faustum iter dicitur: vale.
scena terza
S[ignora] Vittoria, Lucia
vittoria La gran pecoragine che io scorgo in lui mi fa
inamorar di quest uomo; la bestialità sua mi fa argu-
mentare che non perderemo per averlo per amante; e,
per essere un Bonifacio, come vedete, non ne potrà
far altro che bene.
lucia Costui non è di que matti ch han troppo secco il
cervello, ma di quei che l han tropp umido: però è ne-
cessario che dii di botto al troppo grosso e dolce umore
piú che al troppo suttile, fastidioso, colerico e bizzarro.
vittoria Or, andiate e ringraziatelo da mia parte; e di-
tegli ch io non posso vedermi sazia di leggere la sua
carta, e che in poco tempo, che siate stata presso di
me, diece volte me l avete veduta cacciar e rimettere
nel petto: dategli quante panzanate voi possete, per
fargl intendere ch io li porto grand amore.
lucia Lascia la cura a me, disse Gradasso, Cossí po-
tesse io guidar il Re o l Imperadore, come potrò ma-
neggiar costui. Rimanete sana.
47
Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Candelaio
vittoria Andate. Fate come vi dettarà la prudenza
vostra, Lucia mia.
scena quarta
S[ignora] Vittoria, sola
L amore si depinge giovane e putto per due cause:
l una, perché par che non stia bene a vecchi, l altra,
perché fa l uomo di leggiero e men grave sentimento,
come fanciulli. Né per l una né per l altra via è entrato
amor in costui. Non dico perché gli stesse bene, atte-
so che non paiono buone a lui simili giostre; né per-
ché gli avesse a togliere l intelletto, perché nisciuno
può esser privato di quel che non ha.
Ma non ho tanto da guardar a lui, quanto debbo aver
pensiero de fatti miei. Considero che, come di vergi-
ni altre son dette sciocche, altre prudenti; cossí, anche
de noi altre che gustiamo de meglior frutti che produ-
ce il mondo, pazze son quelle ch amano sol per fine di
quel piacer che passa, e non pensano alla vecchiaia
che si accosta ratto, senza ch altri la vegga o senta, in-
sieme insieme facendo discostar gli amici. Mentre
quella in crespa la faccia, questi chiudono le borse;
quella consuma l umor di dentro e l amor di fuori,
quella percuote da vicino, e questi salutano da lonta-
no. Però fa di mestiero di ben risolversi a tempo. Chi
tempo aspetta, tempo perde. S io aspetto il tempo, il
tempo non aspettarà me. Bisogna che ci serviamo di
fatti altrui, mentre par che quelli abbian bisogno di
noi. Piglia la caccia mentre ti siegue, e non aspettar
che ella ti fugga. Mal potrà prendere l ucel che vola,
chi non sa mantener quello ch ha in gabbia. Benché
costui abbia poco cervello e mala schena, ha però la
buona borsa: del primo suo danno, del secondo mal
48
Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Candelaio
non m accade, del terzo se ne de far conto. I savi vi-
vono per i pazzi, ed i pazzi per i savii. Si tutti fussero
signori, non sarebbono signori: cossí, se tutti saggi,
non sarebbono saggi, e se tutti pazzi, non sarebbono
pazzi. Il mondo sta bene come sta. Or, torniamo a
proposito, Porzia: conviene, a chi è bella per la gio-
ventú, che sii saggia per la vecchiaia. Altro n abbiamo
l inverno che quel che raccolsemo l estade. Or, faccia-
mo di modo che quest ucello con sue piume oltre non
passa. Ecco Sanguino.
scena quinta
Sanguino, s[ignora] Vittoria
sanguino Basovi quelle bellissime ginocchia e piedi,
signora Porzia mia dolcissima, saporitissima piú che
zucchero, cannella e senzeverata. O ben mio, si non
fussemo in piazza, non mi terrebono le catene di San-
to Leonardo, ch io non ti piantasse un bacio a quelle
labbra che mi fan morire.
vittoria Che portate di novo, Sanguino?
sanguino M[esser] Bonifacio ve si raccomanda; ed io
vel raccomando cossí, come i buoni padri raccoman-
[ Pobierz całość w formacie PDF ]